Lavorare nel sociale come progettista: alla ricerca di un giusto compromesso tra la fatidica “gavetta” e la necessità di opportunità formative

Come Project School riceviamo spesso mail in cui le persone ci chiedono come fare a lavorare nel sociale. O ancora più nello specifico come diventare progettista sociale. Sarebbe tuttavia più utile chiedersi cosa serva oggi al terzo settore tout court per rispondere più efficacemente alle tante sfide che si trova ad affrontare.

Accade spesso che un giovane diplomato, oppure chi studia scienze politiche, sociali o materie umanistiche in generale, decida di voler lavorare nel sociale. O comunque in un ente pubblico o privato che opera per il bene di una particolare comunità di persone. Ma volontà a parte, lo stesso giovane è quasi sempre totalmente ignaro di quale sia il percorso migliore per intraprendere una carriera in quest’ambito. E in più difficilmente è a conoscenza di cosa effettivamente serva in termini di competenze per lavorare nel sociale.

Oggi il terzo settore necessita di professionalità per uscire dal cliché di luogo di beneficenza. Luogo in cui gli stipendi sono bassi e dove tutto viene fatto in maniera “casereccia” e approssimativa.

Lavorare nel sociale: le professioni più ricercate

Project School, in base alla sua esperienza, ha identificato tre professionalità che tendenzialmente farebbero comodo a un ente del terzo settore per rafforzarsi:

  • progettisti;
  • esperti di comunicazione digitale;
  • contabili esperti in budget e rendicontazione.

La figura del progettista

Soffermandosi soprattutto sulla figura del progettista sociale, dovrebbero aumentare i luoghi di apprendimento per un giovane che vuole lavorare nel terzo settore ricoprendo questo ruolo. La maggior parte dei progettisti sociali che attualmente lavorano in un ente pubblico o in una no profit imparano il loro mestiere principalmente “facendo” (learning by doing). Ed è anche l’esperienza personale di Project School: nessun master o corso, ma tanta gavetta in fondazioni, imprese sociali e organizzazioni del terzo settore.

Un metodo che funziona ancora oggi, certo. Ma perché esistono miriadi di opportunità formative per diventare digital marketing specialist (per fare un esempio) e pochissime per diventare esperto in progettazione sociale?

Non investire in formazione in quest’ambito significa rassegnarsi all’approssimazione. Significa dover rincorrere i bandi e chiedere all’amico che lavora nella tal cooperativa come risolvere quel problema di rendicontazione.

Sia gli enti di formazione che le università dovrebbero prevedere programmi e corsi per preparare i giovani che vogliono lavorare nel sociale come progettisti. Figure capaci di ideare e gestire iniziative a impatto sociale, e allo stesso tempo destreggiarsi nel panorama dei finanziamenti pubblici e privati, nazionali ed europei.

Far crescere professionisti capaci di creare progetti che diano risposte alle sfide più grandi della società è anche una delle sfide di Project School.  È uno dei motivi per cui è nata e si impegna a ideare iniziative e opportunità formative per fare luce sul mondo della progettazione sociale.

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